Febbraio 25, 2022 | ||
2:00 pm |
CONVERSAZIONI SULL’AFRICA • CICLO DI CONFERENZE 2022
L’Affratellamento presenta
IL COLONIALISMO PERPETUO
di e con
Gianluca Pocceschi e Ugo Barlozzetti
Perché sempre più missioni di pace vengono svolte in Africa, sempre più condanne di fronte ai vari tribunali internazionali, e sempre più mercenari e milizie di ogni genere proliferano in questo immenso continente. Cosa c’è sotto? Nel contesto si inserisce anche il colonialismo di matrice religiosa con gruppi moderati affiliati alle monarchie del golfo e quelli più radicali affiliati ad Al Qaeda e satelliti affini.
Gianluca Pocceschi: scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Autore dell’antenna web geuropa.it e del libro Frontiere senza Nazioni, e Ugo Barlozzetti: Saggista e scrittore, critico d’arte, esperto di storia e strategia militare e membro del direttivo della Società Italiana di Storia Militare e del Souvenir Napoléonien, affrontano e conducono insieme un importante viaggio sul continente africano, tra i temi e le analisi critiche di Storie e attualità politica.
L’Affratellamento continua così a promuovere, con questa iniziativa culturale di grande qualità, l’approfondimento sul grande Continente – così vicino e così lontano – da conoscere meglio inderogabilmente, per comprendere il nostro legame comune e presente tra il mediterraneo e l’Europa attuale.
Venerdì 25 febbraio 2022, ore 17:30
TEATRO AFFRATELLAMENTO
Via Giampaolo Orsini, 73 – Firenze
INGRESSO LIBERO
posti limitati • prenotazione*
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* Obbligatorio Green Pass rafforzato e mascherina FFP2 secondo da normativa vigente
PRESENTAZIONE DEL CICLO DI CONVERSAZIONI
La piramide degli incontri è evocativa. Un simbolo, quello della piramide, che riassume la complessità della struttura della società africana e della storia del continente.
Alla base vengono poste le macroregioni che costituiscono l’anello geografico su cui poggeranno la serie di incontri e su cui verrà fatta l’analisi iniziale.
IL PROGETTO di Gianluca Pocceschi
Il colonialismo perpetuo. Perché sempre più missioni di pace vengono svolte in Africa, sempre più condanne di fronte ai vari tribunali internazionali, e sempre più mercenari e milizie di ogni genere proliferano in questo immenso continente. Cosa c’è sotto? Nel contesto si inserisce anche il colonialismo di matrice religiosa con gruppi moderati affiliati alle monarchie del golfo e quelli più radicali affiliati ad Al Qaeda e satelliti affini.
Le risorse naturali: Benedizione o Maledizione perché sono la croce e la delizia del continente. Partirei dalle miniere della rivoluzione tecnologica del Coltan in Congo per finire con l’uranio della Repubblica centrafricana. C’è molto da dire.
“L’ambientalismo senza la lotta contro il Capitalismo è giardinaggio” direbbe qualcuno. Mi associo e partirei da qui sul ruolo del cambiamento climatico nelle poderose crisi e sulle instabilità croniche dell’Africa. Idrografia e frequenti carestie per passare alle locuste e alle guerre per l’acqua come ai conflitti per i terreni fertili: tutte questioni aperte che culminano nella scarsità sempre più pronunciata delle risorse.
Democrazia, Securitocrazia e Cleptocrazia sono Mali dell’Africa. Il primo, la democrazia, perché viene esasperato in Stati dove l’assenza della sovranità effettiva e della struttura societaria logorano il concetto del “potere al popolo”. Quale popolo? Da citare i casi virtuosi dell’Africa insulare e quello in parte del Sudafrica con la perdita del dominio dell’African Nationl Congress e degli stati dei grandi laghi compreso il Kenia dove la democrazia nasconde dei mostri. La securitocrazia, presente ovunque ma specialmente nel Maghreb e Mashreq africano dove la sicurezza sostituisce la politica. Regeni e Zaki sono i casi limite. La Cleptocrazia è essenzialmente la corruzione del potere che non permette uno sviluppo basato sull’uguaglianza e sulla stessa possibilità di progresso.
Un male molto permeato nella società africana. Infine il concetto di Nazione e Frontiera che io stesso riprendo nel libro cercando di riportarlo nel complesso contesto saheliano ma applicabile anche nel resto del continente dove l’identità spesso è clanica e religiosa e costituisce un argine quasi insormontabile per la costruzione statale (state building).
Parlare anche di figure importanti su cui sottoscrivere l’appartenenza a un paese come Mandela e Sankara. La punta della piramide è il tema più attuale.
Migrare o costruire? Questo è un capitolo aperto e potremmo parlare delle migrazioni interne, di quelle dovute alle guerre e poi delle città simbolo come Agadez e di Stati falliti come la Libia e molto altro. Il contraltare è chi resta per progredire partendo da alcune esperienze simbolo come la cintura verde che dal Senegal si spinge all’interno del deserto. La società civile dell’Africa occidentale, di Freetown oppure della Tanzania etc.
Gli incontri possono variare ed essere come i 5 anelli della piramide oppure fare la base in colpo solo e poi ogni singolo mattone. Questo è il mio progetto che possiamo mettere in pratica insieme a Ugo.
▶︎ Gianluca Pocceschi è scrittore, ricercatore indipendente e analista geopolitico. Nasce a Grosseto nel 1981. Negli anni accademici esplora l’Europa dalla Faculté des Lettres, Langues et Sciences Humaines di Angers. Si laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia e dopo studi sulla dissoluzione dell’ex Jugoslavia vola all’Ambasciata d’Italia a Belgrado. Nei Balcani inizia a scrivere e dopo collaborazioni con testate online fonda geuropa.it • “Frontiere senza nazioni” è il suo esordio letterario.
PROGRAMMA DEL CICLO
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