Ottobre 1, 2018 | a | Ottobre 7, 2018 |
ITALIANI D’ISTRIA
Chi partì e chi rimase
Mostra – Studio
di Lucia Castelli
con il sostegno della Fondazione Campo Fossoli
Sabato 15 Settembre 2018, ore 17:30
INAUGURAZIONE
Introduzione di
Luigi Mannelli
presidente del Circolo Teatro l’Affratellamento
con la partecipazione di
Fiore Filippaz
custode della memoria del Campo profughi di Padriciano di Trieste,
Loredana Bogliun
poetessa nell’antica lingua di Dignano d’Istria
Ore 19,30: BUFFET
Ore 21,00: SERATA DI POESIA
Incontro sui temi della poesia di Loredana Bogliun, introdotto da Emiliano Rolle, direttore della Bibliotecanova dell’Isolotto e condotta da Luca Larpi, poeta, docente a Siena, già ricercatore in Storia Medioevale a Manchester.
I poeti sono i non riconosciuti legislatori del mondo (Percy Bisshe Shelley, 1792-1822).
Mercoledì 19 Settembre 2018, ore 21:00
TESTIMONIANZE
Silva Rusich
racconta le vicende vissute dal padre Sergio, esule da Pola a Firenze, maestro elementare e scrittore.
Alida Vatta
narra dell’esodo della sua famiglia dopo la carcerazione del padre per italianità.
Mercoledì 26 Settembre 2018, ore 10:00
IL CONFINE ORIENTALE
E L’ESODO DALLE TERRE GIULIANO-DALMATE
Analisi storica di
Matteo Mazzoni
Istituto Storico Toscano della Resistenza
Lo storico Matteo Mazzoni dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza illustrerà il tema IL CONFINE ORIENTALE E L’ESODO DALLE TERRE GIULIANO DALMATE presso il Teatro l’Affratellamento, in via Giampaolo Orsini 73, Firenze il prossimo mercoledì 26 settembre alle ore 10.
Con la presentazione autorevole della fondatrice del Premio Rusich, la signora Silva Rusich, verranno inquadrate storicamente le vicende che hanno ispirato la mostra-studio ITALIANI D’ISTRIA di Lucia Castelli, fotografa, figlia di esuli istriani.
Una mostra fotografica dal sottotitolo significativo: CHI PARTÌ E CHI RIMASE per dare volto e voce non solo a chi, in seguito agli eventi post-bellici del secondo dopoguerra dovette lasciare la terra e la casa…ma anche a chi ha veduto spopolarsi il proprio paese ed è rimasto straniero sulla propria terra.
Con il sostegno della Fondazione Campo Fossoli e la supervisione scientifica del Centro Etnografico del Comune di Ferrara, Lucia a partire dal 2014 ha portato avanti una ricerca per la quale ha raccolto le testimonianze orali e realizzato i ritratti fotografici di oltre 50 “italiani d’Istria”. Il risultato è lo spaccato di una comunità che venne dispersa, uomini e donne che, improvvisamente, si trovarono ad essere ospiti non graditi in una nazione straniera.
Venerdì 28 Settembre 2018, ore 10:00
FLUSSI MIGRATORI.
NUMERI E PROBLEMI DELL’ESODO POSTBELLICO
Possibili riferimenti ai movimenti demografici di oggi. Presentazione ed analisi di
Massimo Livi-Bacci
Docente di Demografia presso la Facoltà Cesare Alfieri di Firenze.
INGRESSO LIBERO
L’esodo giuliano dalmata successivo alla cessione dell’Istria e altri territori italiani all’ex Jugoslavia, in seguito ai trattati stipulati nel secondo dopoguerra, è una pagina drammatica della recente storia italiana, che coinvolse anche Lucia Castelli e la sua famiglia.
Dopo una prima riflessione sul proprio passato compiuta nel 2013, concretizzata nella mostra “Villaggio San Marco”, nome della struttura di Fossoli, in provincia di Modena, adibita a centro di raccolta dei profughi giuliani-dalmati all’interno della quale l’autrice trascorse la propria infanzia, Lucia Castelli ha portato avanti le proprie ricerche lavorando su un progetto più ambizioso.
Con il sostegno della Fondazione Campo Fossoli e la supervisione scientifica del Centro Etnografico del Comune di Ferrara, Lucia a partire dal 2014 ha raccolto le testimonianze orali e realizzato i ritratti fotografici di oltre 50 “italiani d’Istria” che oggi vivono in Italia tra Bologna, Firenze, Modena e Trieste, ma pure di alcuni che decisero di rimanere, faticosamente, nella terra d’origine.
Il risultato è lo spaccato di una comunità che venne dispersa, uomini e donne che, improvvisamente, si trovarono ad essere ospiti non graditi in una nazione straniera.
La mostra offre una ricchissima raccolta di storie orali e di ritratti fotografici, raccolti fra gli italiani d’origine istriana, che ancora abitano in territorio sloveno e croato e altri che a seguito dell’esodo giuliano dalmata approdarono a Fossoli, il campo che, nel modenese, durante gli anni del secondo conflitto mondiale vide imprigionati dal fascismo ebrei e dissidenti politici ma che, nel dopoguerra, divenne invece luogo di prima accoglienza per gli esuli della comunità istriana.