Febbraio 5, 2011 | ||
9:00 pm | a | 11:00 pm |
presenta
Piccoli ricordi di un tempo atroce
con
Diana Pavlovic
Tatiana Olear
con l’accompagnamento della fisarmonica di
Francesco Furlanich
e con
il gruppo di Attori del
Corso di “Educazione al teatro per gli Adulti” di Rufina
Francesca Calonaci, Damiano Giainetti, Andrea Lamperi,
Martina Melani, Giacomo Pondi, Angela Sorbi, Silvia Vannini
A cura di
Alessandro Pecini
Gli uomini si abituano a tutto e i ricordi sono destinati a svanire. Noi siamo qui ogni anno perché non si perda mai la memoria di ciò che è avvenuto.
Shoà è un termine che suona strano ma al tempo stesso ormai tristemente conosciuto, quasi un modo pudico per pensare ad uno dei più grandi orrori della storia. Endloesung, soluzione finale, la chiamarono i gerarchi nazisti perché neanche loro volevano pronunciare la parola sterminio. Pochi conoscono la parola porraimos. E’ il modo in cui gli zingari indicano il loro sterminio…perché l’Endloesung, coinvolgeva non solo ebrei ma omosessuali, comunisti, disabili, Rom/Zingari-l’altra etnia da eliminare.
Vogliamo usare l’occasione di quest’anno non per celebrare le gesta più altisonanti della resistenza a questa barbarie ma per provare a riportare alla memoria quella che poteva essere la semplice quotidianità di persone che ogni giorno cercavano di resistere ad una specie di atroce dissolversi della propria vita: i tentativi di sottrarsi e le diverse modalità di intravedere una speranza, il lento lasciarsi travolgere dal dolore e di nuovo la voglia di combattere senza armi, senza bandiere, solo con la propria volontà e la propria fantasia. Proveremo a raccontare i sogni dei bambini che si costruivano amici di legno e cencio cui raccontare le proprie paure e gli espedienti dei grandi che, deprivati di tutto, si nascondevano nella memoria dei propri passati lavori, dei propri amori dei propri passatempi…in qualsiasi cosa potesse mantenerli vivi. Accanto alle testimonianze di ebrei quest’anno ci piace inserire appunto quelle della Comunità Rom, sterminata e poche volte ricordata se non per essere denigrata come portatrice di “diversità”. Un ricordo sarà anche dedicato agli abitanti di questa terra e alla loro lotta.
ingresso gratuito